Le panchine gialle sono un simbolo importante contro il bullismo ed il cyberbullismo, l’IPSIA “Renzo Frau” e i ragazzi della sezione arredo hanno accolto con grande entusiasmo la proposta della Onlus Helpis di realizzarne una per dire no ai soprusi.

Un progetto nato in occasione della Giornata Nazionale con il bullismo ed il cyberbullismo, un tema molto caro a tutto l’Istituto che da anni ormai si pone tra i tanti obiettivi la sensibilizzazione degli studenti e di tutta la comunità su tematiche di questo tipo.

I ragazzi dell’IPSIA “Renzo Frau” hanno lavorato con grande spirito di comunità tra le diverse sedi dell’istituto dando vita ad una serie di pubblicazioni sui social networks e sul sito della scuola, progettando e producendo alcuni simboli per contrastare il fenomeno del cyberbullismo. Grazie alla Onlus Helpis l’Istituto, con la sua panchina gialla, è entrato a far parte della Rete Nazionale delle Panchine Gialle contro il bullismo, un riconoscimento molto importante a livello nazionale per un progetto che ha ottenuto per due anni consecutivi il patrocinio del Ministero dell’interno.

Tutta la scuola ha alternato momenti di riflessione e di progettazione. La sede di Tolentino ha prodotto dei veri e propri slogan, dei poster che sono stati esposti all’interno della scuola per combattere l’odio la violenza e l’arroganza. I ragazzi della sezione meccanica di San Ginesio hanno realizzato delle statue in fil di ferro che ritraggono delle facce stilizzate che intendono contrastare l’omertà. La sede di Sarnano sta invece lavorando a tutto tondo sui rischi della rete, in occasione anche della giornata del Safer Internet Day realizzeranno una serie di spot sul cyberbullismo e sul revenge porn, unendo in questo esperimento multimediale le loro profonde riflessioni alla loro passione per i video Tik Tok.

 

I LAVORI DEI RAGAZZI






 

Le riflessioni dei ragazzi:

Io sono stato vittima, sia di cyberbullismo che di bullismo. Alle medie venivo tormentato spesso da un gruppo di ragazzi sull’autobus. Non mi facevano salire e mi lanciavano la cartella fuori.

Un giorno, arrivato in ritardo a scuola per questo motivo, ho deciso di raccontare tutto alla mia professoressa. Mi chiese i nomi di questi ragazzi per prendere provvedimenti. Alcuni smisero di darmi fastidio, ma un ragazzo continuò e alla fine venne sospeso.

Non bisogna mai tacere!

 

Sei basso e sei un nano. Sei troppo alto e sei un gigante. Troppo in carne e sei grassa. Troppo magra e automaticamente anoressica. Con vestiti corti sei una ragazza facile e con vestiti e abiti larghi una barbona. Se studi troppo sei secchiona ma se hai brutti voti vieni considerata una persona sfigata. Nonostante ci si provi ad essere perfetti, la gente avrà sempre modo di giudicare, cercherà ogni volta di sottolineare i tuoi difetti, te li urlerà addirittura contro.
Quelle persone che si credono superiori cominciano a minacciare, deridere oppure picchiare l’“imperfetto”, per farlo sentire diverso e sbagliato, solo per autoconvincersi di ricevere nei propri confronti applausi e benedizioni. La vittima all’inizio proverà a prenderla sul ridere e sopportare tutta quella cattiveria, poi proverà a ribattere, spesso inutilmente, e quindi lascerà perdere e sicuro se ne pentirà. Al bulletto, dall’altra parte, questa vittoria raggiunta lo renderà ancora più forte e invincibile ma solamente all’esterno, perché dietro i suoi occhi c’è quasi sempre una persona fragile che ha bisogno di prendersela con quelli più insicuri e soli attorno a lui, individuati con facilità.
Mai tirarsi indietro o arrendersi, la vittima deve cercare un appoggio tramite amici, insegnanti o familiari. È necessario agire prima che sia troppo tardi.

 

Ci tengo a dire che ripensare a questa storia mi fa sempre molto male. Ci sono cose brutte che non ti puoi scordare, o se le dimentichi lo fai solo per metà.

Per questo motivo quando a scuola si parla giustamente di bullismo io sto male, perché ricordo le cose brutte che mi sono accadute e scende qualche lacrima.

Riflettendo però, posso dire che superare queste vicende rende sicuramente più forti di prima e si impara ad avere coraggio. Quel che rimane è il senso della vergogna che provavo ogni volta che mi insultavano per l’aspetto fisico, un punto debole che sto cercando di migliorare non per gli altri ma per me stesso.

 

Sono ragazzi sbruffoni, prepotenti, vigliacchi e con tanta insicurezza nascosta. I bulli se la prendono sempre con persone indifese, più deboli o più piccole. Sin da bambini dovremmo essere educati al rispetto del prossimo. La famiglia e la scuola sono i principali protagonisti in questa educazione, per avere in futuro una società meno aggressiva e con meno bulli.